IL BORGO DEI VERGINI

Il Borgo si estende nel fondo valle delimitato dalle colline di Capodimonte, Miradois, Scudillo, Stella e Materdei, corrispondente alla valle dei Vergini; nel corso dei secoli la conformazione di questa zona pianeggiante è stata fortemente modificata sia dalle alluvioni che portavano detriti dalle colline circostanti (la cosiddetta lava dei Vergini), sia dagli interventi umani.

Risalgono al periodo greco-ellenistico le sepolture ipogee ritrovate nel Borgo, all’esterno delle mura cittadine di Neapolis; la destinazione funeraria della zona era collegata principalmente alla facilità di scavare il materiale tufaceo. Le cavità ricavate sin dall’epoca greca vennero poi riutilizzate in età cristiana, quando sorsero le prime basiliche. Dal Cinquecento e fino all’inizio del Settecento l’area conobbe un’intensa attività costruttiva da parte di ecclesiastici e privati perché era sottratta alle restrizioni imposte dai governi all’interno delle mura. Da segnalare, tra i primi edifici di pregio, il cinquecentesco Palazzo Traetto.

L’architetto Ferdinando Sanfelice diede una notevole impronta al Borgo nei primi decenni del Settecento con la costruzione del proprio palazzo familiare e con la ricostruzione della chiesa di S. Maria Succurre Miseris, sui resti dell’antica Chiesa di S. Antoniello.  Allo stesso architetto si attribuisce l’impianto del Palazzo del marchese di Poppano, detto dello Spagnolo. Tra i palazzi settecenteschi sono da ricordare quello del principe di S. Elia e il palazzo De’ Liguoro. Di particolare valore tra gli edifici ecclesiastici, le chiese, sempre settecentesche, di S. Aspreno dei Crociferi e di S. Maria dei Vergini.